Piccolo Promise Contest tra le parole empatia, simpatia e compassione. Sappiamo che ne sentivate il bisogno, anche io.

Premessa: 1) Si declina ogni responsabilità scientifica nell’analisi etimologica. 2) Il senso è quello di aumentare la consapevolezza sull’utilizzo comune delle parole senza pretendere di avere un quadro completo semantico o semiologico. 3) Si garantisce che non sono state usate open source (sì, stiamo parlando di wikipedia) come fonti.

Tutte e tre le parole hanno a che fare con il sentire (patire). Ora, abbiamo detto qui nessuno è un etimologo, ma non ci vuole molto a capire che “patia” di simpatia e “patia” di empatia siano proprio la stessa cosa (non è che condividono la radice sono proprio uguali uguali) e che “passione” di compassione derivi anch’esso da patior (sentire).

Quindi tutte e tre hanno a che fare con il sentire in ambito relazionale, rimane solo da capire quella che ci piace di più (che presenta un Promise Rate più alto – da 0 a 10. Dove 0 è Sarah Palin e 10 Michelle Obama).

Simpatia

Da una breve lettura della Treccani, per simpatia si intende sia qualcosa di istintuale, direi dettato dal caso, per cui ti riesce più semplice assorbire la voce di una persona piuttosto che un’altra o seguire i suoi pensieri “un sentimento di inclinazione e attrazione istintiva verso persone, cose e idee”; oppure la simpatia entra in campo quando, per ragioni meno randomiche, si riesce ad immedesimarsi in qualcuno “la comunanza che si manifesta tra più esseri in quanto sono soggetti delle medesime affezioni: e perciò può essere adoperato per designare sia un’affinità oggettiva delle cose sia una partecipazione soggettiva di una persona allo stato d’animo di un’altra”. Nonostante quest'ultima definizione restituisca maggiore complessità – tiene in conto di una parte oggettiva (cose in comune) e una soggettiva (slancio nel sentirsi vicini) – mantiene comunque un’accezione molto positiva.

Insomma simpatia ci piace perché offre l’occasione di sentire insieme [gr. συμπάϑεια, comp. di σύν «con» e πάϑος «affezione, sentimento»] e perché nel linguaggio comune ha un significato leggero, non ci si riflette più di tanto. Uno o è simpatico o non lo è. E forse questa spensieratezza ce lo rende ancora più piacevole.

Rating Promise 8 – Mrs. Maisel

Compassione

Tutt’altro significato possiede invece compassione perché, nonostante l’etimologia sia la stessa delle simpatia (con - patos) non avvicina le persone e la loro capacità di sentire ma crea distanze. La compassione è la pietà per i dolori, le disgrazie e i difetti altrui. Per semplificare al massimo il discorso, la compassione pone il soggetto, mosso da tale sentimento, su un piano diverso dall’interlocutore, tendenzialmente più in alto. Da lì si riesce a fare tutto quello che l’empatia (vedi sotto) impedisce: giudicare, minimizzare, non assumere la prospettiva altrui.

Questo concetto lo spiega benissimo Abimbola, Promise Co-Founder. Per lei è impossibile la relazione di aiuto quando ci si colloca su un piano diverso anche perché, se non si è grado di assumere la prospettiva dell’altro, questi ti dirà esclusivamente quello che vuoi sentirti dire. E, così, fine della comunicazione, fine della relazione. Comunque Abimbola te lo spiega molto meglio.

La compassione, insomma, è la grande perdente del contest anche perché, nonostante le buone intenzioni, fa rima con assistenzialismo.

Rating Promise 4 – Barbara D'Urso

Empatia

Empatia (comp. del gr. ἐν «in» e –patia) sentire dentro in profondità, senza tante chiacchiere. L'empatia permette una partecipazione intima dei soggetti coinvolti attraverso un processo di immedesimazione che può (anzi spesso è più soddisfacente) realizzarsi anche non verbalmente. Chi non preferisce essere abbracciato (tranne in questo momento – scusa Burioni, scusa) piuttosto che tramortito con parole, congiunzione, avverbi e vezzeggiativi?
Imprescindibile nel campo delle arti performative, l'empatia nasce, in realtà, con il teatro per poi diffondersi pandemicamente (scusa Burioni, scusa di nuovo) in tutti i terreni scientifici della relazione interpersonale – psicologia, psicoterapia, ricerca sociale etc – ritornando in ultimo utile a noi nel quotidiano.

Se non ti è ancora chiaro come si fa a raggiungere questo stato trascendentale ma maledettamente terreno ti proponiamo una breve guida, con i passaggi necessari per giungere all'empatia, elaborata da Theresa Wiseman, ricercatrice in infermieristica, in una pubblicazione del 1996. Il concetto di empatia, seconda la ricercatrice, è composto da  4 elementi: 1. Assumere la prospettiva altrui / 2. Non giudicare / 3. Riconoscere le emozioni / 4. Saperle comunicare.

E l’empatia ci convince, come ci convince questo video.

Rating Promise 8 – Valeria Parrella

Nota sul video: Chiaramente poi gli americani hanno fatto casino. Per loro la parola sympathy ha un’accezione spesso più simile a quella di compassione. Ma che ci volete fare, son fatti così.