Abimbola è nata a Lagos (Nigeria) negli anni settanta. Fin da subito ha conosciuto molto amore, quello della nonna materna è quello che ancora oggi la commuove, ma ha anche sperimentato il paradosso delle differenze.
Il destino l’ha portata in Italia e per molto tempo ha faticato ad accettarlo finché non ha incontrato delle persone che le hanno mostrato affetto e che le hanno fatto pensare all’Italia come casa.

É una mamma determinata, ha fatto la “vu cumprà”, ha amato un jazzista, ha gestito un’attività imprenditoriale, ha allontanato gli uomini che non erano capaci di amarla come voleva, è diventata, quasi inconsapevolmente, una preziosa risorsa per le istituzioni con cui ha collaborato.

Ama il jollof-rice, Dio, Gucci, ballare e suo nipote Jordan (in ordine di importanza crescente). Non ama i luoghi chiusi, la polenta, chi non sa sorridere e chi parla male di Promise. Ha saputo chiedere e ricevere aiuto.

Per lei Promise “is an assurance of a good life and a brighter beginning for women”. E per Promise lei è scintilla e ispirazione.

Ah, un’altra cosa, Abimbola è bellissima.