Promise for Science: virus e batteri
Cos’hanno in comune il Covid 19, l’Herpes e Di Battista?
Hanno tutti la stessa intrinseca natura. È così, c’è poco fare e da lamentarsi (sorry Dibba!).

Siamo così legati e in armonia con i microorganismi (tipo virus e batteri), che nel nostro DNA si possono trovare sequenze che derivano da sequenze di retrovirus integrate nella nostra informazione genetica da milioni di anni.

I microorganismi vengono spesso ricordati per i problemi che ci causano (altra cosa in comune con Di Battista), ma in realtà sono molto altro (i batteri, non Di Battista). I batteri sono organismi formati da un’unica cellula priva di nucleo e sono molto presenti nel nostro corpo. A volte, ci conviviamo pacificamente: tipo nella bocca, dove abbiamo 50 miliardi di batteri e nell’intestino dove ci stringiamo a loro in un legame che è diventato indispensabile, al punto da farci dei cocktail di batteri e lieviti quando prendiamo i probiotici per la flora intestinale. Altri batteri invece sono patogeni cioè possono causare malattie che vengono contrastate con gli antibiotici (NB: gli antibiotici uccidono i batteri, non i virus e non Dibba. Occhio a non fare casino).

I batteri si riproducono generalmente per divisione semplice (o scissione binaria): ogni batterio (cellula madre) cioè, produce il doppio di tutto ciò che contiene per poi scindersi in due unità, dando origine a due cellule figlie, identiche all'originale. I batteri possono raddoppiare il proprio numero in 10-60 minuti! (questo per fortuna Di Battista non lo può fare!)

I virus, invece, sono una forma di vita più semplice costituita da informazioni genetiche (che possono essere sia DNA che RNA) protette da un rivestimento generalmente composto da proteine o lipoproteine. I virus sono circa 500 volte più piccoli di una cellula batterica e, a differenza dei batteri, non possiedono delle strutture per la replicazione per cui devono utilizzare quelle di animali e piante che infettano (niente battute su Di Battista, please). Sono quindi dei parassiti intracellulari che per sopravvivere e moltiplicarsi devono infettare continuamente nuovi ospiti. I virus si introducono negli organismi attraverso la via digerente, la via respiratoria o la via cutanea e, una volta insediatisi, danno vita ad un’infezione che può essere di tipo acuto (quando il virus entra, fa quello che deve fare e viene poi seccato) o latente (il virus strega il suo obiettivo e rimane in una sorta di convivenza uomo-virus che dura un’intera vita). Questo è il caso dell’herpes labiale, che sta sempre lì in attesa (simpaticissimo). O anche al virus della varicella che si piazza nei neuroni e può riattivarsi sotto forma di fuoco di Sant’Antonio (anche lui esilarante).

Non a caso, infatti, il nome virus deriva, infatti, dal latino vīrus, che significa "tossina" o "veleno".
I virus vanno incontro a un elevato tasso di mutazioni genomiche (come se ci fossero degli errori di ortografia all’interno del codice genetico e quindi una lettera si scambia con un’altra) e questi avvengono molto velocemente rispetto all’uomo. Per darvi un’idea: in 8 milioni di anni nell’evoluzione dalla scimmia all’uomo abbiamo avuto il 2% di mutazioni, mentre un virus può accumulare la stessa percentuale in 5 giorni! Capiamo bene perché il vaccino influenzale non si può riciclare un anno per l’altro.

Purtroppo, questa abilità dei virus di reinventarsi continuamente è stata anche la causa di pandemie come l’influenza spagnola, altrimenti conosciuta come "la Grande Influenza", o il vaiolo. La peste invece ha origine batterica e anch’essa fu responsabile di non una, ma due grandi pandemie. Il SARS-CoV-2 non è altro che un virus parassita e sui suoi effetti pandemici direi che ce ne siamo già fatti un’idea.

Se siete arrivati fin qui vi meritate una buona notizia: il sistema sanitario odierno è molto più figo di quello passato e la scienza e quindi la conoscenza hanno fatto passi enormi dai tempi di manzoniana memoria. Infatti, se la Grande Influenza provocò la morte di circa 50 milioni di persone nel mondo e la seconda pandemia di peste uccise circa 25 milioni di abitanti, i morti di COVID-19 ad oggi sono circa 300.000. Non è esattamente una consolazione ma almeno abbiamo qualcosa di buono a cui pensare durante il prossimo lock down.