Avete presente la funzione Blur di Skype? Quella che permette di mettere a fuoco solo la figura in primo piano, sfocando lo sfondo? Se siete come noi, sappiamo che la usate per non far vedere al vostro manager la cappa della cucina mentre parlate dei trend del bimestre e a vostra mamma che non stirate da Natale. Ma la storia di Blur è più di questo. E' stata inventata da Swetha Machanavajhala, una giovane ingegnera indiana, che, dopo essersi trasferita in America, comunicava via Skype ogni settimana con i genitori. La connessione in India non era ottimale, e Swetha, sorda dalla nascita, faticava a leggere il labiale dei genitori attraverso il video capriccioso. Inizialmente chiedeva ai suoi genitori di spegnere le luci dietro di loro e di cercare di oscurare il backstage, così da vedere meglio il loro volto. Poi ha pensato che questo effetto poteva essere creato direttamente dalla telecamera ed è così che ha contribuito con Microsoft e Skype alla creazione di Blur che oggi permette a lei di continuare a chiacchierare con i suoi genitori e a tutti noi di godere di maggior privacy durante le nostre chiamate. Partendo da una diversità – in questo caso la sordità – e includendola nello sviluppo di un programma, tutti ne abbiamo tratto un beneficio.

Si chiama Diversity Inclusion. Abbiamo scelto l’esempio di Swetha ma avremmo potuto farne tanti altri (abbiamo un debole per le donne lo sapete). Microsoft è tra le aziende mondiali che fa della diversità uno dei suoi core pillars (vd. Thomas Reuther I&D Global Index) credendo nel valore delle diversità come strumento di sviluppo e mettendo in atto delle politiche attive per favorirla e tradurla in risultati pratici.

Se vi state chiedendo che cosa c’entra Microsoft con Promise, ci arriviamo. Primo, a noi piace pensare in grande. Secondo, siamo state invitate al primo evento di Global Incusion in Italia, a Bologna, l'11 Settembre 2019.  Davanti a un aperitivo in Sarpi il nostro amico Gianluca, socio di Newton Spa, ci racconta che la sua società sta organizzando un evento molto cool sull’inclusione delle diversità per imprese ed enti no profit. E visto che non facciamo altro che parlare a tutti del valore delle donne e di come dobbiamo ambire a creare una società più inclusiva in cui le differenze possano trovare spazio e non essere marginalizzate, ha pensato che non potevamo mancare. E aveva ragione!

Così stampiamo in fretta e furia i biglietti da visita, li ritiriamo dal fidanzato di Giulia - la nostra grafica - all’autogrill di Bologna 10 minuti prima dell’inizio dei lavori e entriamo da FICO Eataly. La nostra prima e continua sensazione è stata di piacevole stupore di fronte a così tante persone, associazioni, imprese, istituzioni che si trovavano insieme per condividere le loro esperienze sull’inclusività quale fattore di sviluppo e competitività. Non ci sembrava vero che così tante persone condividessero l’idea per cui il superamento di stereotipi e pregiudizi - consapevoli e inconsapevoli - fosse non un atto caritatevole ma la chiave del successo. Promise affonda le sue radici nella convinzione che la diversità sia un valore e che la sua inclusione generi un effetto positivo di crescita individuale e sociale. Crediamo che lo sviluppo avviene quando si è curiosi, aperti alla comprensione dei pregiudizi e al cambiamento dei comportamenti, per attingere al potere collettivo delle persone. Promise nasce dall'esperienza di incontro con molte donne che vogliono di più, per sé stesse e per il mondo in cui vivono. Ma troppo spesso, avere un diverso background, abilità o circostanze personali, ha impedito loro di partecipare pienamente allo sviluppo sociale e di poter beneficiare del potere dell’inclusione. Anche la neuroscienza ci dice che il cervello elabora i sentimenti di esclusione allo stesso modo in cui elabora il dolore fisico (Eisenberger N. G., 2007),  e che l'inclusività, al contrario, ha un impatto positivo sulle persone e sugli affari. Le aziende diverse e inclusive non sono solo più innovative e redditizie, ma sono anche più brave a conservare i migliori talenti in grado di soddisfare le esigenze dei clienti di un'ampia gamma di comunità. Crediamo che questo discorso discorso possa coinvolgere non solo le aziende ma il mondo del no profit e contagiare la società tutta. Meglio riusciremo a rappresentare la diversità globale all'interno della nostra società, più saremo pronti a innovarci e migliorarci, con beneficio di tutti. Make a Promise!