Promise for Word: Amore


Che ci piaccia o no, a metà febbraio di tutti gli anni veniamo costretti a parlare d’amore. Noi però lo facciamo in stile Promise, ovvero sparigliando un po’ le carte se possibile!
 

Partiamo però, diligentemente, dall’origine della parola. E questa volta è ancora più divertente perché tante e molto diverse sono le interpretazioni possibili.
 

L'etimologia della parola amore risale al sanscrito kama = desiderio, passione, attrazione…so a cosa state forse pensando…esatto! Il kama-sutra, ovvero la raccolta di aforismi e brevi discorsi sul desiderio e sulla passione fisica, viene proprio da lì). Anche il verbo amare risale alla radice indoeuropea ka da cui (c)amare cioè desiderare in maniera viscerale, in modo integrale, totale.
 

E fin qui tutto ok! Amore come desiderio totale, pervadente, inebriante di un legame viscerale, profondo, reciproco.
 

Un'altra interpretazione etimologica della parola amore, fa risalire il termine al verbo greco mao = desidero, da cui il latino amor da amare che indica un'attrazione esteriore, viscerale, quasi animalesca da distinguere da un'attrazione mentale, razionale, spirituale per esprimere la quale era usato il verbo diligere, cioè scegliere, desiderare come risultato di una riflessione.
 

Abbiamo quindi l’attrazione sia fisica che mentale. Ora però trascendiamo e spostiamoci nella dimensione più sublime e romantica per certi versi.
 

Un'ulteriore e meno probabile ma curiosa ed interessante interpretazione etimologica della parola amore individua nel latino a-mors = senza morte l'origine del termine, quasi a sottolineare l'intensità senza fine di questo potentissimo sentimento. Si potrebbe dire "il sentimento" per antonomasia.
 

Ora però viene la parte interessante. Se l’amore è dunque una sorta di intenso desiderio di attaccamento che scaturisce dall’attrazione fatale, viene da chiedersi: cosa domanda, pretende l’amore?
 

La risposta facile sarebbe: l’altra persona. In realtà, nell’interpretazione psicanalitica di Lacan (quello che Recalcati cita sempre, sottolineandone il nome con un ostentato accento francese) l’amore domanda l’amore. L’amore non domanda ciò che l’altra persona ha, ma domanda l’amore, domanda il segno della mancanza dell’altro. L’amore è domanda di essere amati.
 

Fermi tutti! Qui le cose si complicano ma noi possiamo semplificarcele così. La parola amore si lega anche all’idea dell’assenza di un muro (l’amour è a-muro).
 

Di quale muro parliamo?
 

Per Lacan il muro è il muro del linguaggio. Noi che adoriamo Lacan ma anche Alessandro Barbero e Alberto Angela ce la raccontiamo in maniera un po’ più fruibile: le convenzioni del linguaggio, le etichette e i pregiudizi, le troppe video call contribuiscono all’innalzamento del muro. L’amore, ed è questa forse l’accezione più bella della parola, è una sfida a questo muro. Sempre, per ora, speriamo per poco ancora, mantenendo le distanze, ma posando, perché no, lo sguardo (dell’amore) sugli altri, senza imbarazzo, senza pregiudizi.