La zia Margherita nasce a Trabia, tra i paesi meno felici della felice provincia di Palermo, nel 1923.

Fa in tempo a votare monarchia (vietato commentare) al referendum costituzionale. È il 1946: la prima volta che vota è anche la prima volta in cui votano le donne in Italia.

La zia Margherita non si sposa. È una sua scelta. E non ha neanche bisogno di rivendicarla perché, in quanto sua, è giusta. E difatti nessuno gliene ha mai chiesto conto. Solo pretende, ancora oggi, di essere chiamata signorina perché l'essere indipendente definisce quotidianamente la sua persona.

L'insegnamento è stato il suo mestiere e la sua passione. Le capita di incontrare alunni, conosciuti quando erano nella fascia 3-6 (il che vuol dire dai 70 ai 30 anni fa), che la festeggiano, offrendole cibi, bevande, servizi e forniture. Dal pasticcere (forse il preferito) all'elettricista (più utile ma meno piacevole), tutti o quasi gli abitanti di Termini Imerese la glorificano con doni e pensieri. Lei, sorridente, si fa fare.

La sua dieta è composta prevalentemente da tutto quello che i medici demonizzano da 10 anni a questa parte ovvero pasta e zucchero BIANCO. Ma pesa 40 chili, non le ho masi sentito lamentare un dolore e ha 97 anni.

La zia Margherita non conosce noia e mi augura spesso di essere felice come lo è lei, che vive serena. Prepara pietanze deliziose, ricama, legge, si informa e tiene le fila delle persone del paese.

"Mia madre mi diceva sempre: ti riescono le cose perché le fai con amore". Ed è vero aggiungo io e aggiunge lei che genuinamente non conosce modestia. Poi, però, quando scopre che sto scrivendo un pezzo su di lei si mette a ridere di gusto "Sù Livia. Lascia stare".

Rating Promise alla zia Margherita: 9 come la pizza