No, non parliamo del nuovo vaccino contro il Covid19, ma vi diciamo almeno 3 cose sui vaccini di cui non avete mai sentito parlare.

Il termine "vaccino" deriva dal latino "vacca" venne inventato nel 1976 da Edward Jenner per indicare il materiale ottenuto dalle pustole di bovini ammalati di vaiolo bovino. Questo medico osservò che le mungitrici che contraevano il vaiolo bovino (una forma molto più lieve del vaiolo umano) non contraevano mai il vaiolo umano. Dato che era pure coraggioso provò ad iniettare (non sulla sua pelle) il materiale preso dalla pustola di vaiolo bovino in un bambino di 8 anni e notò che la malattia non si sviluppava.

Oggi la produzione di vaccini si è evoluta, ma il principio è sempre il medesimo. Un vaccino altro non è che una preparazione ricavata dall’agente patogeno (virus o batterio) da cui ci si vuole proteggere. Il virus viene inattivato e/o fatto a pezzi (cioè reso pressoché inerte), e somministrato all’individuo allo scopo di scatenarne la risposta immunitaria, senza però causare la malattia e inducendone la memoria. La sua somministrazione attiverà il nostro super smart sistema immunitario che rispondendo all’agente patogeno da un lato lo annienterà velocemente, dall’altro ne preserverà la memoria. 
In particolare, conserveremo per tutta la vita dei linfociti – detti B – che di mestiere producono anticorpi, i quali, come fossero dei cani da guardia addestrati, interverranno in caso di una nuova intrusione del virus in maniera rapida e decisiva.

Una delle caratteristiche principali dei vaccini, se somministrati ad ampio spettro sulla popolazione, è la capacità di indurre la cosiddetta immunità di gregge (diventata famosa manco si andasse a pascolare sotto casa della Ferragni). Vaccinando e quindi immunizzando la maggior parte della popolazione, anche gli individui non immunizzati (es. immunodepressi, pazienti oncologici) hanno una minore probabilità di entrare in contatto con il patogeno e verranno quindi protetti.

Questo è successo a livello mondiale con la poliomielite, in molti casi mortale, o causa di gravi deformazioni per molti bambini che è stata oggi debellata grazie a una campagna mondiale di vaccinazione. In questo caso il pioniere fu Jonas Salk (non è il nome di un film, anche se Hollywood pensò di girarne uno su di lui) che fu sostenuto nella sua impresa da una organizzazione nazionale voluta da una delle vittime vip della poliomielite: il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt. Pensate che Salk testò il vaccino su sé stesso e sulla sua famiglia (della serie tu ti fideresti di tuo marito? È già tanto se mi fido di ciò che cucina) e decise poi di non brevettare, lasciando la sua scoperta a disposizione di tutti.
Ad un giornalista che gli chiese il perché di questa decisione, rispose – "Si può forse brevettare il sole?".
Speriamo che in molti ne prendano ispirazione!